sabato 29 marzo 2014

Ginecologi ed Empatia.. due realtà che a volte non si incontrano mai

Ci sottoponiamo a visite mediche di vario genere, ma nessuna mai ha la stessa valenza emotiva ed ansiogena come quella scatenata da una visita ginecologica...
Eccoci li, belle e pronte, sedute nella sala d'attesa insieme ad altre donnine come noi, che con sguardi imbarazzati sfogliano riviste scelte a caso tra "Mamma subito.. ovvio dipende anche dal padre" "Io, tu, mio figlio, suo figlio, l'altro figlio.. insomma figlio" "Tu donna io uomo e quindi che si fa?" etc etc.. insomma riviste assurde messe li tanto per rendere la nostra attesa ancora più improbabile..
Ed eccolo li, o eccola li, il sesso è indifferente, lo chiameremo semplicemente Ginecologo, sia uomo o donna che sia! Eccolo li, sguardo chino sulla scrivania, ci invita ad accomodarci urlando il nostro cognome (alla faccia della privacy!!) non appena la porta si apre e ne viene fuori una paziente un po' sconvolta, con capigliatura alla Mafalda dei fumetti.. qualcosa già li dovrebbe farci capire che forse abbiamo sbagliato ginecologo.. ma noi no! Noi testarde entriamo, salutiamo, guardiamo il nostro ginecologo che invece non ci degna di uno sguardo e con fare molto distaccato, annoiato, quasi nervoso, farfuglia in una lingua incomprensibile ma che non si sa come noi comunque comprendiamo (forse per abitudine!!!) "Si spogli dietro il paravento e poi torni qui!".
SI OK! Noi ci spogliamo.. ma poi senza nemmeno un calzino sgualcito, un gambaletto antisesso strappato sul tallone, un sovrascarpe o qualcosa insomma che ci possa evitare di poggiare i nostri piedini santi su quel pavimento freddo, grigio, pulito all'apparenza ma "non si sa mai", zompettiamo verso il lettino e ci distendiamo.. e li care mie, li ha inizio la trafila delle domande imbarazzanti.. provate a pensare cari uomini che state leggendo, provate solo ad immaginare noi povere donne, già imbarazzate per la posizione ingrata, con le gambe divaricate, sottoposte a domande che nemmeno in questura un poliziotto di sognerebbe di fare ad una prostituta ed invece il nostro ginecologo elenca una dopo l'altra e a noi sembra quasi di giocare al vecchio gioco delle figurine "ce l'ho..ce l'ho.. mi manca.. ce l'ho.. azz.. questa è un doppione!!" 
Finisce la visita, il nostro caro amico (si fa per dire) ginecologo non ha ancora nemmeno una volta incrociato il nostro sguardo e ci rifarfuglia qualcosa che significa "si può rivestire"e noi sempre zompettando torniamo dietro il paravento..
Mille carte, medicine, impegnative.. ma sempre sguardo fisso sulla scrivania..
Andiamo via con in testa un dubbio "Chissà di che colore avrà avuto gli occhi?" ed io, in realtà, con un dubbio in più "Chissà come avrebbe reagito se gli avessi chiesto qualche info sulla circoncisione???.."
Ma cosa voglio dirvi in realtà? Che ci vuole più empatia in un mestiere del genere.. ma non lo devo dire io.. ci vuole più scambio di sguardi, cercare di capire cosa noi pazienti vorremmo dire ma non diciamo per paura o vergogna ma che i nostri occhi comunicano...

Ed io tornando a casa sorridevo pensando che per fortuna nella vita possiamo mettere in atto vari cambiamenti... di sicuro uno di questi sarà proprio cambiare ginecologo!!!!

5 commenti:

  1. Grazie Dottoressa, una bella descrizione di quello che accade molto spesso negli ambulatori, A dirti la verità pensavo che avresti chiesto, e anche forse un po' preteso, che anche i maschietti non avessero paura a farsi vedere da qualche medico, date le pene che superate voi dal ginecologo! E naturalmente, io so a quale medico stai pensando!!! Tuttavia sì, concordo che manca empatia, tantissimo! Siamo proprio nelle mani di persone impreparate a capire le ansie di chi si mette di fronte a loro. In ogni caso, credimi, anche verso i maschi un po' di empatia in più da parte dei medici risolverebbe molte cose... e forse, chissà... anche qualcuna che ci sta particolarmente a cuore !!!

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  2. Mi piace la tua descrizione... sai, noi maschietti non potremmo mai capire cosa si prova nelle visite ginecologiche.
    Io potrei raccontarti le visite annuali di controllo che faccio dalla mia dr.ssa urologo/andrologo. Perchè se si cerca un professionista non bisogna vedere se è uomo o donna ma che sia capace!
    Questa è la seconda dr.ssa, quella che mi circoncise andò in pensione e le chiesi se poteva indicarmi una collegA altrettanto brava come lei.
    Un medico deve essere e saper essere un bravo professionista ma soprattutto saper dare consigli e tranquillizzarti.
    La prima anamnesi, anzi, la prima chiacchierata. Parlando di me, un pò di lei (forse per mettermi a mio agio ed abbattere il formalismo tra paziente e medico), soprattutto domande dirette al mio stile di vita (anche sessuale) ma in maniera poco invasiva. Stavo bene e dimenticai di essere circonciso.
    La seconda parte della visita prevede di calare i pantaloni e le mutande (non dietro a un paravento). Così nudo dalla vita in giù e con le mani a coppa davanti ai gioielli, lei mi disse con tono quasi materno "per la visita servirebbe che si togliesse anche la camicia"
    Mi fece sdraiare sul lettino (ovviamente le mani a coppa!!!!!) solo che per tastare l'addome e per farmi girare su un fianco prima e poi sull'altro mi chiese di mettere le mni lungo il corpo (e quindi la coppa???? finita???). Rimasi dunque sdraiato e con l'inevitabile paura dell'erezione che fortunatamente non venne... pisellino al vento, esposto.... ma lei mi guardava in viso oppure guardava dove tastava sull'addome.
    Ogni suo movimento avveniva con la descrizione di quel che faceva. Si interruppe ad un certo punto dicendomi "ma... qui ci siamo dimenticati di dirmi che siamo circoncisi?" e mentre lo diceva prese con mano per valutare la cicatrice. Con il tono di voce più imbarazzato che esista al mondo, primo perchè parlare seriamente con una donna che ti tiene il pisello non è facile e secondo perchè sei da un urologo e ti scordi che soffrivi di fimosi???? Le spiego che essendo stata una operazione di quando ero ragazzino me ne ero dimenticato (come se 10-15 anni fossero lustri).
    Verificò il pene e tastò lo scroto delineando i testicoli ma con una delicatezza tale da rendere la cosa, non proprio piacevole ma almeno non fastidiosa.
    Mi fece alzare in piedi e mi disse di stare dritto con le gambe leggermente divaricate, tastò nuovamente i testicoli, mi diede come un pizzicotto sull'asta del pene per vedere la reazione. Poi mi disse che sarebbe stata un pò invasiva ma doveva verificare le "brecce". Con l'indice affondò vicino all'inguine per verificare se quando da bambino i testicoli erano scesi nello scroto si fosse chiuso il passaggio, su entrambi i lati. Ecco!non è stato molto piacevole.
    Poi mi fece sdraiare e mi fece mettere con le gambe raccolte. In questa posizione mi sentivo particolarmente esposto con i testicoli in bella mostra ma non avevo ancora realizzato cosa dovesse fare. "ora applico un pò di gel a base di vasellina e leggermente anestetico in prossimità dell'ano e sul guanto. Stia rilassato che devo esplorare la prostata e valutarne dimensione e...." mentre stava parlando il suo dito entrò nell'ano e sentii una leggera pressione interna, quasi piacevole ma l'imbarazzo di quella piccola "invadenza" assopiva tutto. Pochi secondi lunghi una eternità. Appena il dito uscì mi disse "Rob abbiamo finito, puoi rivestirti ma prima ti passo della carta per pulirti dal gel". Lei andò alla scrivania e io cercai il modo meno goffo possibile ma efficace per pulirmi.
    Rivestito tornai alla sua scrivania e lei continuò a descrivermi che come prima visita era particolarmente approfondita per conoscermi. In effetti quelle successive sono state meno "traumatiche".
    Ottima dottoressa, ottimo professionista.
    Non so se questa esperienza può essere paragonata a una visita ginecologica, ma a noi maschietti (che spesso fuggiamo da queste visite che dovrebbero essere annuali) succede questo.

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    1. Sicuramente è stata molto professionale e soprattutto (da come ne parli) empatica. Beh diciamo che non tutti i ginecologi sono esattamente cosi...

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    2. sì, molto empatica. comprendo che non tutti i ginecologi e gli andrologi siano così. Però dovrebbe far parte della loro professionalità.
      E' con professionisti così che bisognerebbe portare avanti un discorso di corretta salute (soprattutto maschile) perchè conosco molti ragazzi che dovrebbero circoncidersi ma non lo fanno! Parlare della salute del pene è sempre un "tabù"! perchè?

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    3. Credo che la vera causa sia da cercare in pregiudizi e scarsa documentazione. Pregiudizi legati soprattutto a convinzioni errate rispetto la circoncisione. Ad es. "I musulmani sono circoncisi per religione. Io non sono musulmano e quindi non mi circoncido". Direi ignoranza dettata da pregiudizi. :)

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