Ci sottoponiamo a visite mediche di vario genere, ma nessuna mai ha la stessa valenza emotiva ed ansiogena come quella scatenata da una visita ginecologica...
Eccoci li, belle e pronte, sedute nella sala d'attesa insieme ad altre donnine come noi, che con sguardi imbarazzati sfogliano riviste scelte a caso tra "Mamma subito.. ovvio dipende anche dal padre" "Io, tu, mio figlio, suo figlio, l'altro figlio.. insomma figlio" "Tu donna io uomo e quindi che si fa?" etc etc.. insomma riviste assurde messe li tanto per rendere la nostra attesa ancora più improbabile..
Ed eccolo li, o eccola li, il sesso è indifferente, lo chiameremo semplicemente Ginecologo, sia uomo o donna che sia! Eccolo li, sguardo chino sulla scrivania, ci invita ad accomodarci urlando il nostro cognome (alla faccia della privacy!!) non appena la porta si apre e ne viene fuori una paziente un po' sconvolta, con capigliatura alla Mafalda dei fumetti.. qualcosa già li dovrebbe farci capire che forse abbiamo sbagliato ginecologo.. ma noi no! Noi testarde entriamo, salutiamo, guardiamo il nostro ginecologo che invece non ci degna di uno sguardo e con fare molto distaccato, annoiato, quasi nervoso, farfuglia in una lingua incomprensibile ma che non si sa come noi comunque comprendiamo (forse per abitudine!!!) "Si spogli dietro il paravento e poi torni qui!".
SI OK! Noi ci spogliamo.. ma poi senza nemmeno un calzino sgualcito, un gambaletto antisesso strappato sul tallone, un sovrascarpe o qualcosa insomma che ci possa evitare di poggiare i nostri piedini santi su quel pavimento freddo, grigio, pulito all'apparenza ma "non si sa mai", zompettiamo verso il lettino e ci distendiamo.. e li care mie, li ha inizio la trafila delle domande imbarazzanti.. provate a pensare cari uomini che state leggendo, provate solo ad immaginare noi povere donne, già imbarazzate per la posizione ingrata, con le gambe divaricate, sottoposte a domande che nemmeno in questura un poliziotto di sognerebbe di fare ad una prostituta ed invece il nostro ginecologo elenca una dopo l'altra e a noi sembra quasi di giocare al vecchio gioco delle figurine "ce l'ho..ce l'ho.. mi manca.. ce l'ho.. azz.. questa è un doppione!!"
Finisce la visita, il nostro caro amico (si fa per dire) ginecologo non ha ancora nemmeno una volta incrociato il nostro sguardo e ci rifarfuglia qualcosa che significa "si può rivestire"e noi sempre zompettando torniamo dietro il paravento..
Mille carte, medicine, impegnative.. ma sempre sguardo fisso sulla scrivania..
Andiamo via con in testa un dubbio "Chissà di che colore avrà avuto gli occhi?" ed io, in realtà, con un dubbio in più "Chissà come avrebbe reagito se gli avessi chiesto qualche info sulla circoncisione???.."
Ma cosa voglio dirvi in realtà? Che ci vuole più empatia in un mestiere del genere.. ma non lo devo dire io.. ci vuole più scambio di sguardi, cercare di capire cosa noi pazienti vorremmo dire ma non diciamo per paura o vergogna ma che i nostri occhi comunicano...
Ed io tornando a casa sorridevo pensando che per fortuna nella vita possiamo mettere in atto vari cambiamenti... di sicuro uno di questi sarà proprio cambiare ginecologo!!!!